Cipresso

Cipresso

FLORA URBANA – Censimento del verde del Parco Pier Paolo Pasolini Nella settimana dei SANTI e dei MORTI abbiamo deciso di descrivervi un albero simbolo dell’IMMORTALITA’: IL CIPRESSO o come si dice a Roma l’albero pizzuto! Presente nei parchi e chiaramente anche nel Parco Pier Paolo Pasolini, nei viali, nelle ville private, dove viene piantato per contrassegnare i confini, e soprattutto nei cimiteri dove rappresenta l’elemento distintivo caratteristico di questi luoghi. Ma perché il cipresso è l’albero dei cimiteri? Continua a leggere per scoprire le motivazioni 🙂 MOTIVAZIONI STORICO/CULTURALI Sappiamo che popoli e religioni del passato hanno scelto il cipresso come simbolo dell’eternità per la forma della sua chioma simile ad una fiamma sempre accesa; il fuoco è sempre stato associato alla luce e quindi alla vita, all’essenza dell’immortalità. Già gli antichi egizi e i greci utilizzavano questo albero nei luoghi sacri, ma i primi che lo scelsero come simbolo di elevazione spirituale verso l’aldilà furono i Romani. Un’immagine ripresa poi dal Cristianesimo. Inoltre in diverse culture, per via del suo aspetto fallico, veniva considerato anche simbolo di fertilità. MOTIVAZIONI MERAMENTE PRATICHE Il cipresso è stato adottato nei cimiteri anche (o solo?) per motivazioni pratiche ovvero: è un sempreverde e quindi non perde le foglie e perciò richiede poca manutenzione; le sue radici, fittonanti, si sviluppano in verticale e quindi non vanno a distruggere, divellere le tombe. Foto del 3 novembre 2020

NOME COMUNE: Cipresso comune
NOME SCIENTIFICO: Cupressus sempervirens L.
FAMIGLIA: Cupressaceae

L’etimologia del genere Cupressus non è perfettamente nota, potrebbe riferirsi all’isola di Cipro a testimonianza dell’origine orientale della specie. L’epiteto specifico sempervirens (sempreverde) proviene da semper (sempre) e da virens (verdeggiante).

Originario del Mediterraneo orientale (Creta, Rodi, Cipro, Siria) è stato introdotto in Italia in epoca antichissima ed è attualmente diffuso in tutto l’areale del Mediterraneo dove si trova sia spontaneo che coltivato. Albero sempreverde, molto longevo, alto fino a 30 m con tronco diritto, slanciato, robusto e con chioma colonnare caratteristica.
Ha un apparato radicale che può approfondirsi notevolmente tramite fittoni. Le foglie sono piccole, squamiformi di colore verde grigiastro scuro con una ghiandola dorsale che sprigiona un aroma di incenso se strofinato. Fiori maschili e femminili, giallognoli, sono presenti sulla medesima pianta da febbraio a maggio. Quelli femminili dopo l’impollinazione si sviluppano in strobili (o galbuli) subsferici, contenenti numerosi semi.